12 Lug Il viaggio di Chicca a New York: le letture consigliate
I consigliati per voi da Chicca
“Ci sono luoghi da cui parti tranquillo: sai che resteranno fermi mentre non ci sei, ti aspetteranno intatti come i ricordi d’infanzia, o la casa dei tuoi genitori.
Ritroverai gli oggetti di una volta e lo stesso vecchio odore. Altri sono come le persone: continui ad immaginarle identiche mentre tu viaggi, impari e ti trasformi, e invece al prossimo incontro saranno cambiate almeno quanto te, e dovrai ricominciare da zero.
New York è così.
Ecco il problema quando si cerca di raccontarla: qualsiasi parola spesa su di lei porta incisa una data, e comincia a invecchiare subito dopo averla scritta.”
(NewYork è una finestra senza tende. P.Cognetti)
Il mio viaggio a New York si è concluso da poco e da poco ho terminato la lettura del bellissimo libro di Paolo Cognetti.
Condivido il pensiero dell’autore che spiega come sia difficile, forse impossibile, delinare una guida della Città che non dorme mai.
Ognuno di noi ci vede e vedrà qualcosa di diverso.
La “mia” New York è una matrioska di città, se cosi posso chiamarla.
I grattacieli da capogiro di Manatthan, il meraviglioso skyline ancora impresso nella mente della terrazza “Top of the Rock”, il panorama ed il pavimento di vetro di un altro colosso “The Edge”.
Il caos di suoni, luci e colori di Times Square, la pausa naturalistica in Central Park, il leggendario ponte di Brooklyn.
L’emozione ad Ellis Island, il lungo muro che porta incisi i nomi degli immigrati.
Il mio occhio è caduto sui numerossissimi nomi Italiani ed Irlandesi, immediato il ricordo del film “Brooklyn” di John Crowley, a proposito lo avete visto ? Consigliatissimo.
New York è davvero la città dai tombini fumanti e delle scale anticendio sulle facciate dei palazzi, ed eccomi subito catapultata in un telefilm americano.
Little Italy un pò deludente, onestamente, quasi inglobata da Chinatown.
Zoom In: New York, distretto Brooklyn, quartiere Williamsburg, a sud del suo ponte lo scenario cambia di nuovo.
Il quartiere ebraico di Williamsburg, ben descritto anche dall’autore nel capitolo 6, mi ha letteralmente stregata.
Segnali stradali, negozi e scuola bus hanno tutti iscrizioni in ebraico, sembra di essere improvvisamente in un’altra epoca, gli abitanti vestono gli abiti tradizionali e si muovono accennando un saluto schivo fra loro.
L’estrema sobrietà del loro vivere, specialmente delle donne, sembra essere un paradosso nella città per antonomasia del capitalismo: l’America sempre essere cosi lontana qui.
Brooklyn mi è piaciuta molto e quindi la mia lettura attuale è un piccolo libro fotografico “Images of America. Italians of Brooklyn” di Marianna Biazzo Randazzo, consigliatissimo per i nostalgici come me 😉
Questa è una piccola fetta del mio viaggio negli Stati Uniti ma come dice l’autore, sono certa che la prossima volta che la visiterò mi darà qualcosa di completamente diverso.
E voi, com’è la vostra New York?
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